Sustainable Mediterranean Construction

Invito N.20

CALL n° 20 per la Rivista Scientifica SMC

ISSN edizione a stampa: 2385-1546
ISSN edizione on-line: 2420-8213
(n° 2/2024)

Sustainable Mediterranean Construction. Land Culture, Research and Technology

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Numero VENTI

Introduzione al fascicolo n° 20 del 2024: La prospettiva sociale nelle costruzioni

La trasformazione dell’ambiente ha sempre avuto l’obiettivo principale di adeguare l’ambiente alle esigenze dell’uomo, di riorganizzare pieni e vuoti affinché gli utenti potessero soddisfare al meglio le proprie esigenze, sia in condizioni abbastanza statiche, come nel caso delle costruzioni civili e dell’architettura, sia in condizioni dinamiche, come nel caso delle strade, dei ponti, delle ferrovie, degli aeroporti, dei porti, ecc. La realizzazione degli edifici privati è certamente una condizione che considera primaria la permanenza per i fruitori in un luogo chiuso e protetto, così da poter svolgere al meglio le funzioni personali e familiari. Tuttavia, la realizzazione di costruzioni cosiddette “pubbliche” ha da tempo immemorabile costituito una parte essenziale del ruolo dei progettisti, e spesso ha espresso valori e significati molto rilevanti per la collettività cui erano destinate le opere, appunto pubbliche, cioè per tutti. Scuole, ospedali, uffici di gestione e amministrazione, ecc., sono stati sempre una sfida per i progettisti e i costruttori, soprattutto per via del fatto che non devono soddisfare le esigenze di un solo gruppo familiare, o di pochi, ma della collettività intera: infatti ancor oggi si rende obbligatorio seguire normative ferree e restrittive molto chiare. Mettere al primo piano, dunque, le necessità e i desideri dell’utente appare quale risultato di una più ampia politica di costruzione e gestione delle opere pubbliche, e richiede pertanto un’ampia sensibilità, proprio per il fatto che durante l’ideazione, la progettazione e la messa in opera, tale utente è decisamente anonimo e non se ne conoscono le reali aspettative. A questo punto sorge un dubbio, per quale motivo dunque se la mission specifica di un progettista è quella di realizzare sogni e bisogni di ogni tipo di utente, vengono di fatto spesso dimenticati alcuni principi etici ovvi e chiaramente emergenti da ogni tipo di studio e approfondimento sociale? Quando l’utente finale è stato messo da parte per soddisfare diverse tipologie di requisiti? Di fatto ciò accade ormai in tutto il mondo, soprattutto nel caso in cui le fasce più deboli delle popolazioni, sia perché meno abbienti, sia perché in altro modo meno fortunate, non siano ascoltate e rispettate, e gli aspetti sociali sono diventati un valore aggiunto per ogni progetto, opera e gestione, laddove invece avrebbero dovuto essere considerati insiti nelle procedure stesse. Al principio del nuovo secolo, sorsero dei movimenti che inserivano il concetto di “Partecipazione” nelle procedure per il concepimento, il disegno e la realizzazione di alcune opere a destinazione sociale, case per il pubblico, scuole, ecc. Nel campo delle opere architettoniche, gli architetti più impegnati socialmente dei paesi sudamericani confermano l’importanza degli obiettivi sociali. Aravena sottolinea come  “… non sia affatto insolito considerare l’architettura come un soggetto sociopolitico: non sono in molti a vederla in questo modo. Al giorno d’oggi un architetto può scegliere di mantenersi in disparte da questo punto di vista. Abbiamo scelto una strada diversa.”[1] Si potrebbe dunque affermare che la “…programmazione sociale richieda sempre più spesso la costruzione di progetti partecipati.”[2] La nuova etica rivendica dunque di rispolverare queste iniziali ed essenziali idee sulla trasformazione dell’habitat a misura d’uomo, purché sia “per tutti gli esseri viventi”, e non soltanto per i più fortunati: includendo nella categoria dei meno fortunati, non solo gli esseri umani più deboli e indifesi (malati, poveri, immigrati, distanti da luoghi di approvvigionamento di acqua, cibo ed energia, ecc.) ma anche altre creature viventi, presenti negli ecosistemi terrestri. Ecco che nascono termini quali solidarietà, cooperazione, questione sociale, laddove il mondo delle costruzioni abbia dimenticato questo compito primario. “Lo status dell’atteggiamento professionale (tiene) conto delle mutevoli dinamiche sociali e dei movimenti sociali, nel corso della recente storia della modernizzazione. Le caratteristiche comuni osservate con l’adozione dell’approccio di solidarietà professionale, sono il dissolversi della dualità e della distinzione tra professionista e comunità, lo spostamento o l’ampliamento del target dell’attività professionale dal singolo o dalle persone bisognose ad una comunità più ampia, nella maggior parte dei casi appartenenti ai settori oppressi, meno privilegiati, deprivati e svantaggiati della società.”[3] Ebbene, anche prendendo spunto dagli obiettivi di Sviluppo Sostenibile emanati dall’Europa, e ai quali questa rivista ha dato ampio spazio, il nuovo fascicolo si pone il compito arduo di stimolare nuovi autori verso la direzione della prospettiva sociale, nella quale sia gli interessi dei singoli che quelli propri ed egocentrici del progettista possano essere limitati, mentre il bersaglio finale, il fruitore del bene comune, diventi primario e centrale.

Fascicolo n° 20: La prospettiva sociale nelle costruzioni, in particolare declinato in base ai seguenti sotto-temi:

  1. Architettura e responsabilità sociale
  2. STIM [4] e scienze sociali nei processi di co-produzione
  3. Gestione dei dati e modelli inclusivi delle componenti socioculturali nelle costruzioni
  4. La rigenerazione urbana mirata all’impatto sociale
  5. L’inclusione sociale come contributo alla vitalità urbana
  6. La costruzione e gestione degli alloggi collettivi
  7. I percorsi di personalizzazione nelle costruzioni
  8. Progetti e azioni di cooperazione internazionale
  9. Il codice europeo della progettazione per la qualità degli ambienti di vita
  10. Urbanizzazione inclusiva e sostenibile
  11. Accesso universale a spazi verdi e pubblici sicuri
  12. Gestione olistica del rischio di disastro su tutti i livelli

 

[1] Aravena Alejandro (2009) , Interview, in The Plan n. 33, page 109.
[2] De Ambrogio Ugo (2009), Come fare un buon progetto partecipato. Una proposta operativa in “Prospettive sociali e sanitarie” n° 4, Irs (Istituto per la ricerca sociale), Milano, page 1.
[3] Berk, M. G. and Akbulut, M. T. (2022). Solidarity Architecture: Socially Minded Approaches Emerging in the Professional Practice in Architecture, Kent Akademisi Dergisi, 15(4):1996-2009. https://doi.org/10.35674/kent1167138
[4] Scienza, Tecnologia, Ingegneria, Matematica

Tutti gli articoli inviati saranno valutati dal Comitato Editoriale e revisionati mediante processo “double peer blindly” (doppia valutazione anonima) da una compagine internazionale di esperti nei settori specifici.

La rivista è:

  • Indicizzata in SCOPUS a partire dal numero 9;
  • Inserita nella classificazione ANVUR delle Riviste Scientifiche dal 31 ottobre del 2018 (gli articoli pubblicati hanno quindi valore anche quali prodotti della VQR biennale per la ricerca);
  • Inserita nella classificazione ANVUR delle Riviste di Classe A dal 7 aprile 2020 con valore retroattivo fin dal 2016.

Le questioni principali della rivista – tecnologia delle costruzioni, scienza dei materiali, rappresentazione e rilievo, procedure costruttive e sicurezza, pianificazione urbana, trasformazione e percezione territoriale, storia dell’architettura, idraulica, impatto geologico, progetto di architettura e di ingegneria, risparmio energetico, fisica strutturale e tecnica, design per l’industria e studi giuridici – sono tutti correlati con la costruzione sostenibile nella regione mediterranea.

La rivista consente uno scambio culturale e di informazioni tra gli esperti, i professionisti, gli scienziati, gli ingegneri nella realizzazione nel campo delle loro azioni e dei loro studi. Con l’accettazione sarà comunicato agli autori il formato secondo il quale dovrà essere redatta la versione finale del contributo.

Scadenze importanti per il n° 20:

Invio dell’abstract da parte degli autori28 giugno 2024
Accettazione degli abstract da parte del Comitato Editoriale10 luglio 2024
Registrazione e invio dell’articolo completo da parte degli autori6 settembre 2024
Notifica dell’accettazione (dopo il processo di revisione “double peer blind”)6 novembre 2024
Invio della versione finale dell’articolo nel formato previsto per la pubblicazione12 novembre 2024
Pagamento della quota di registrazione12 novembre 2024
Pubblicazione prevista della RivistaDicembre 2024

Gli abstract devono essere presentati mediante l’apposito modulo online che si trova sulla piattaforma SMC seguendo questo link oppure cliccando sul pulsante “Modulo per l’invio dell’Abstract” più in alto in questa pagina.

Gli articoli completi, nelle versioni definitive in inglese e nella lingua madre, revisionati secondo i suggerimenti derivati dalla procedura di review, devono essere editati secondo il “Template” (Modello editoriale) scaricabile dalla piattaforma SMC, e quindi inviati nei due formati “Word” e “Pdf” ai seguenti indirizzi:

smcmagazine@sustainablemediterraneanconstruction.eu

Per ogni informazione prego contattarci presso: 

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